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Berlino / Germania

Berlino: 3 luoghi pieni di storia

Berlino è una città che mi piace parecchio.
La prima volta che l’ho visitata avevo appena 15 anni, ero partita senza aspettative e con qualche pregiudizio, ma già allora la città e la sua storia mi avevano stupita, travolta e sconvolta.
Oggi, le emozioni che ho provato ritrovandomi lì non sono cambiate, anzi si sono amplificate.

Berlino è stata protagonista, suo malgrado, del secolo scorso, il più crudele della storia umana. Il XX secolo non mi è mai piaciuto. Adoro la storia e i suoi intrighi, ma ho sempre nutrito un’avversione per il 900. Il motivo? La sua vicinanza. Perché studiare la guerra dei trent’anni, dei 7 anni o le vicissitudini delle dinastie reali è interessante, ma alla fine sembra quasi di raccontare una storia inventata, qualcosa così distante da noi, che ci riguarda si, ma molto lontanamente. Mentre il novecento è molto vicino, talmente tanto da essere troppo vero. E’ difficile credere che le storie, i racconti raccapriccianti dei testimoni, si riferiscano a meno di 100 anni fa.
La città è piena di luoghi che richiamano la storia del XX secolo, ma sono stati 3 in particolare quelli in cui ho sentito il peso che questa città e tutta l’umanità si porta sulle spalle.

L’Holocaust Mahnmal è un memoriale composto da oltre 2.700 stele di calcestruzzo color grigio fumo, che sorgono sull’area in cui in passato si trovava la proprietà di Goebbels. Il terreno sul quale sono state costruite non è una superficie piana ma ondulata, e più ci si addentra al suo interno più le stele diventano alte. Camminare al loro interno genera un senso di angoscia e ansia. Pur non soffrendo di claustrofobia dopo aver passato diversi minuti lì dentro ho sentito il bisogno di uscire, la mia mente mi stava portando indietro di diversi anni. Camminando tra le stele è impossibile non pensare alla follia che fu l’olocausto e porsi una serie infinita di domande.

Cosa spinge l’uomo ad uccidere qualcun altro solo per la sua religione, per il suo orientamento sessuale o per via di un handicap che non si è scelto?

Holocaust Mahnmal

La East Side Gallery è la più grande galleria d’arte a cielo aperto del mondo, composta da 1,3 Km è anche la parte di muro più lunga rimasta in piedi.  Dopo la caduta, artisti da tutto il mondo arrivarono in città per dipingere il muro con murales e graffiti. Oggi queste opere sono più di 100, ognuna piena di significato. Amore, odio, vita, morte, speranza, sono solo alcune delle emozioni ricreate sul cemento. East Side Gallery

East Side GalleryEast Side Gallery

Ma un’altra parte del muro, quella che a mio avviso mostra la sua vera natura, si trova appena usciti dalla fermata S-bahn Nordbahnhof. E’ così che appariva in passato, senza graffiti nè disegni, solo un muro di cemento invalicabile. Costruito nel giro di una notte e abbattuto una volta trascorsi anni, che dovettero sembrare secoli. Caduto dopo avere diviso un popolo, famiglie, amici, amanti, conoscenti e colleghi.

Davanti a certi luoghi l’unica domanda che sorge spontanea è “Perché?”

Berlin Mauer

Karl-Marx Alle è un viale dell’ex Germania dell’est. Era il biglietto da visita della potenza e grandezza della Repubblica Democratica tedesca.  La strada, molto ampia con 6 corsie e marciapiedi larghi, inizia da Alexander platz e arriva fino alla Frankfurter Tor. I palazzi sono imponenti con forme squadrate, tipici dell’architettura socialista, un tempo erano delle abitazioni popolari.

Camminare lungo Karl Marx Alle è stato strano, mi ha fatta sentire a disagio. Mentre passeggiavamo ho avuto l’impressione di essere in una città sovietica.  Io e Grazia ci siamo state durante il nostro ultimo giorno a Berlino verso le 7 di sera. Aveva cominciato a piovigginare da qualche minuto. Il viale era deserto, non c’era anima viva, la strada era bagnata e lucida, il cielo grigio dello stesso colore dei palazzi. Sembravamo essere le uniche persone in circolazione, e ho avuto la sensazione di trovarmi fuori casa dopo il coprifuoco. Siamo passate davanti al Cafè Sybylle, uno dei cafè più famosi della Berlino est, sperando di vedere un po’ di movimento ma niente. Dopo aver percorso alcuni metri, abbiamo deciso di dirigerci verso la metro e andare via.

Vi consiglio di  non perdere tempo al check-point Charlie, ex posto di blocco tra il settore americano e quello sovietico. E’ molto triste vedere come questo luogo sia stato trasformato in una “macchina” per spillare soldi ai turisti, dimenticando, quasi incuranti, le storie di cui è testimone. Inutile descrivervi il disgusto che ho provato (credo sia questo il termine corretto), nel vedere due uomini vestiti da militari, con tanto di bandiere americane, insieme a un fotografo chiedere 2€ per una foto ricordo.

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