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Francia / Giverny

Giornata a Giverny sulle orme di Monet

La Normandia è piena di luoghi da scoprire, uno di questi è il villaggio di Giverny, reso famoso da Claude Monet.Tra tutti gli impressionisti e i pittori in generale, Monet è senza dubbio il mio artista preferito. Passerei intere giornate ad ammirare i suoi dipinti, dalle pennellate veloci e dalle tinte tenui e vibranti.Era da molto tempo che pensavo di visitare la sua casa, per trovarmi in quei luoghi incantati che avevo sempre visto sulla tela, ma non avevo mai “creato” l’occasione. Fino ad ora.

 Monet si trasferì a Giverny nel 1883 e vi abitò con Alice, sua seconda moglie, e i figli fino alla morte, nel 1926.Il periodo migliore per visitare la casa di Monet dicono essere Giugno-Luglio, quando il sole illumina ogni cosa e i giardini sono verdi, rigogliosi e pieni di fiori, tra cui rose, iris e tulipani. Probabilmente l’estate sarà il periodo in cui i giardini mostrano la loro massima bellezza, ma vederli in autunno, quando la natura si prepara all’inverno, cominciano a cadere i petali dei fiori, le foglie degli alberi cambiano colore declinando tutte le sfumature del giallo, dell’arancione, del rosso e del bronzo, è stato altrettanto emozionante.

Il 23 ottobre, la sveglia è suonata particolarmente presto. Il treno per Vernon partiva da Gare Saint-Lazare alle 8:20, ma io sono una persona che tende sempre a presentarsi con molti minuti d’anticipo … non si sa mai.Siamo arrivate a Giverny alle 9:35, 5 minuti dopo l’apertura e i giardini erano deserti. L’armonia e la pace che si percepiscono al loro interno sono quasi surreali, qualcosa che non si può spiegare a parole. Passeggiando lungo gli stretti viali, si ha la sensazione di essere entrati dentro uno dei quadri del Maestro.  

La casa è una graziosa struttura, di colore rosa pastello con le persiane di un intenso verde bottiglia, che si sviluppa su due piani. Al piano terra si trovano cinque stanze: un salottino da the, la dispensa, lo studio di Monet, la sala da pranzo e la cucina. Mentre al primo piano si trovano le camere da letto.La camera di Monet si trova sopra il suo studio. Entrambe queste stanze, sono caratterizzate da ampie finestre, che lasciano entrare molta luce e che si affacciano sui giardini, donando una vista incredibile.La sala da pranzo è molto caratteristica, le pareti e l’arredamento sono di colore giallo, una scelta abbastanza stravagante e all’avanguardia per l’epoca.L’ultima stanza che si visita è la cucina, i muri sono ricoperti da piastrelle bianche e blu, e appese alle pareti e sulle mensole si trova il set di pentole e padelle in rame. Tutto sembra essere rimasto al suo posto originale.

Il giardino era uno spettacolo per gli occhi, un’esplosione di caldi colori autunnali e un trionfo di profumi per l’olfatto. Pieno di fiori di specie diverse e dai colori vivaci. Monet voleva che le piante crescessero senza seguire alcuno schema preciso. I suoi giardini non tendono alla perfezione o all’ordine, come quelli di Versailles o dei palazzi reali del 700.

Non c’era molta confusione, i turisti erano davvero pochi e prevalentemente si trattava di gruppi organizzati, composti da gente molto anziana. E’ motivo di ammirazione vedere queste persone, alcune con difficoltà a camminare, non arrendersi e andare in giro con il bastone o con  il girello. Dimostra tanta forza di volontà e, spero di averne altrettanta un giorno.   E’ stato davvero emozionante vedere, finalmente, di persona i luoghi che hanno ispirato alcuni dei quadri di Monet. Ovunque si rivolge lo sguardo c’è qualcosa che meriterebbe di essere immortalata sulla tela. Il che spiega perché dipinse tanto: viveva immerso e circondato da infinite fonti d’ispirazione.

  Il giardinod’acqua, d’ispirazione orientale, dove si trova il famoso laghetto delle ninfee,  fu creato dallo stesso pittore. Qui fece costruire il celebre ponte giapponese di colore verde, che più volte è stato ripreso nei suoi quadri.Monet è noto, soprattutto, per le sue ninfee, che dipinse per anni a partire dal 1899, realizzando circa 250 tele. Ma in realtà ciò che lo interessava e affascinava, non era tanto il fiore in se, quanto lo studio della luce che si rifletteva sull’acqua e il movimento di quest’ultima. Ed è proprio la luce la protagonista dei suoi dipinti.Il periodo di fioritura delle ninfee comincia a maggio e dura fino a settembre.Durante la mia visita nel lago c’era solamente una ninfea, ormai quasi morta. Ma la loro mancanza non è riuscita ad alterare la magia del luogo. Lo spettacolo che avevamo davanti era talmente tanto perfetto, da renderne quasi superflua la presenza.E’ stato il “gioco” creato dalla luce sull’acqua e il riflesso dei salici piangenti, degli alberi e dei fiori che circondano il laghetto, a non fare sentire la loro mancanza. L’acqua era colorata d’autunno.

Se mi chiedessero di descrivere come immagino l’Eden, comincerei a parlare del laghetto delle ninfee, dei salici piangenti, dei bambù, del cinguettio degli uccelli tra gli alberi, dei fiori dai mille colori e odori, della dolce casa dai colori pastello e dei vialetti circondati da piante e  arbusti … Comincerei a descrivere il giardino di Monet.E’ uno dei luoghi più belli che ho visitato in tutta la mia vita, l’atmosfera è incantata ed è impossibile restare indifferenti davanti a questa meraviglia della natura. 

2 Comments

  • Giovanni
    16 Novembre 2015 at 10:09 pm

    Che meraviglia! Non ci sono altri modi per definire questo posto. L’autunno comunque è veramente una stagione strepitosa per visitare i giardini.
    Che rammarico a non esserci stato. La prossima volta prenota anche per me

    Reply
  • […] Se non ami l’arte dovresti ugualmente recarti a Giverny, perché?? Leggi qui e capirai il […]

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